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Se c’era un posto, durante il mio viaggio in Thailandia, che volevo assolutamente visitare quello era il Nord. Avevo l’impressione, infatti, che qui sarebbe stato tutto più autentico e particolare. In realtà non mi sbagliavo e anzi, della parte settentrionale del Paese mi sono innamorata. La prima tappa del tour è stato il Doi Tung, una montagna situata nel Triangolo d’Oro che vale la pena visitare: cosa vedere in questa zona da sogno.
Come arrivare da Bangkok al Doi Tung
Sono partita da Bangkok e da qui, per arrivare al Doi Tung, è necessario salire a bordo di un aereo. La direzione, però, deve essere Chiang Rai, una città che ho particolarmente amato.
Una volta arrivati in aeroporto, abbiamo affittato un minivan con driver perché, come vi avevo già accennato raccontandovi del mercato più assurdo della Thailandia, per guidare da queste parti serve la patente internazionale. Tempo di percorrenza: più o meno un’ora.
Cosa vedere sul Doi Tung e la sua particolare storia
Più che una montagna, Don Tung è un’area di approssimativamente 150km² che si trova 45km a Nord di Chiang Rai, nei pressi del confine birmano. In particolare, è situata sul rinomato Triangolo d’Oro, una zona che prende vita lungo il fiume Mekong e che interessa Birmania, Laos e Thailandia. Sì, ne avete sicuramente sentito parlare in quanto è stata per decenni la regione con la maggior produzione di oppio al mondo.
Qui prendono vita diversi villaggi autentici in cui vivono sei gruppi etnici minoritari, popolazioni tribali che sono state sfruttate per secoli nella coltivazione dell’oppio che per un lungo periodo è stata la loro unica forma di sostentamento.
Per questo motivo la Principessa Srinagarindra, nel 1972, costituì la “Thai Hill Crafts Foundation”, ente no-profit per il supporto e lo sviluppo delle minoranze del Nord della Thailandia. Fino al 1988, anno in cui diede inizio a un progetto che prevedeva la creazione di un sistema di sussistenza sostenibile, basato sulle risorse naturali presenti in loco, ma anche una serie di iniziative sociali a favore di tali popolazioni.
Nel 1990, finalmente, gli abitanti dei 29 villaggi furono riconosciuti ufficialmente come cittadini thailandesi e, negli anni successivi, prese vita tutto quello che possiamo visitare oggi sul Don Tung.
Cosa vedere sul Doi Tung: lo splendido Parco di Mae Fah Luang
Come detto in precedenza, l’area del Doi Tung è molto estesa, ma a livello generale le cose da vedere sono 4 in totale. Il primo consiglio che mi sento di darvi è di arrivare la mattina presto. È un posto molto rinomato della Thailandia, e per questo sempre pieno di turisti.
La vostra prima sosta dovrebbe essere il Parco di Mae Fah Luang inaugurato nel 1992. Prima di allora, era una delle principali rotte utilizzate per il traffico di oppio e armi. Oggigiorno, invece, si presenta come una splendida vallata fiorita, oltre a essere uno dei principali itinerari turistici del territorio.
Qui potrete ammirare diverse specie di fiori, davvero tantissime e tutte coltivate direttamente dalla popolazione del villaggio Akha di Pa Kluay.
L’Arboreto di Mae Fah Luang
È una Thailandia un po’ particolare quella che troverete in questa zona. Vi sembrerà come di fare un salto in Svizzera, ma con temperature altissime e alti tassi di umidità. Nulla a che vedere, insomma, con il resto del Paese, ma quel che a me ha più sorpresa è la storia che c’è dietro a tutto questo.
L’Arboreto di Mae Fah Luang, per esempio, è stato aperto al pubblico nel 1998 e si trova sul Doi Chang Moob, il rilievo principale della Catena Montuosa di Nang Nawn. Bene, per anni e anni questa cima ha rappresentato il principale sito di produzione dell’oppio della regione, subendo una drastica e selvaggia deforestazione.
Fino a quando arrivò la Principessa che, a seguito di un sopralluogo, decise di realizzare un arboreto. Oggi è uno splendido giardino da visitare in cui scoprire piante e fiori della flora locale, oltre ad alcune specie tipiche di altri Paesi. Un suggerimento: prendetevi un caffè in uno dei tanti graziosi bar presenti perché, oltre a essere coltivato egregiamente dalle popolazioni locali, è decisamente ottimo.
La Villa Reale, residenza estiva della Principessa
Dopo aver lanciato il progetto per la rivalorizzazione di questa zona della Thailandia, la Principessa decise di costruirvi una residenza estiva, ma con i suoi fondi personali.
Edificata in legno, è caratterizzata da uno stile semplice e sobrio. Ovviamente si può entrare (ma non si possono fare foto), e ciò che vi colpirà di più sarà il soffitto della Sala Principale che vanta una splendida scultura in legno realizzata interamente a mano, con delle luci raffiguranti la costellazione preferita della Principessa.
Wat Phra That, il tempio con una vista impressionante
Se vi state chiedendo cosa vedere ancora sul Doi Tung, ecco quello che fa per voi: il Wat Phra That, un tempio che regala un panorama che lascia senza fiato. O almeno così mi han detto. Quel giorno, infatti, la nebbia non ha lasciato spazio al paesaggio.
Costruito nel corso del X secolo, serviva per custodire una reliquia del Buddha e, secondo una leggenda, è il tempio buddhista più antico di tutta la Thailandia.
Probabilmente, se ci fosse stato il sole avrei amato di più le bellezze del Doi Tung. Tuttavia, ho adorato passeggiare in questo luogo della Thailandia anche solo per il cuore di questa Principessa, per l’attaccamento che aveva alle sue origini umili e per quello che ha fatto per questo popolo. Oggi infatti, grazie alle nuove attività turistiche lanciate da lei stessa, la popolazione sta iniziando ad avere benefici e fonte di reddito. Un luogo che per mano di una donna è davvero risorto dalle sue ceneri.
Alla prossima :*