Indice
È la città più caraibica di tutta Cuba, quella che in realtà è stata la prima capitale dell’isola e in eterno “conflitto” con L’Avana. Parlo di Santiago de Cuba, il posto da cui inizia la parte più orientale del paese del tabacco. Bella, organizzata, caotica, frustrante e colorata, un mix di personalità che si mischiano allo stesso modo con cui lo fanno le varie etnie che la abitano. Ma Santiago de Cuba è anche tradizioni che si tramandano da anni come il carnevale, è storia di luoghi rivoluzionari e di passioni eterne, il rum su tutti.
L’origine del Rum Cubano
Quella tra il rum e Cuba è una storia d’amore che dura da secoli. Più precisamente dalla fine del 1600, quando dalla lavorazione della canna da zucchero si iniziò a produrre un distillato che veniva consumato senza alcun invecchiamento.
All’epoca la consistenza del Rum era oleosa e pesante a tal punto che, probabilmente, era assaporato a piena gradazione. Fu per questo che, il Signor Don Facundo Bacardí Masso, il 4 febbraio del 1862 decise di acquistare una distilleria proprio nella colorata Santiago de Cuba.
Bacardí: il Rum di Santiago de Cuba
Nel giro di pochi mesi, il signor Bacardí, riuscì a far partire la produzione del suo nuovo tipo di Rum, un distillato completamente diverso rispetto a quello che era stato gustato fino a quel momento storico. Molto più leggero e delicato per far sì che potesse essere utilizzato anche nella miscelazione dei cocktail che iniziavano a spopolare a Cuba.
Un metodo di elaborazione nuovo e che porta tuttora nei nostri palati un Rum gradevole e raffinato, grazie all’esaltazione degli aromi autentici e dei sapori, ma anche della cultura e del popolo cubano. Fu la nascita, quindi, del Ron Ligero Cubano a Santiago de Cuba, l’esordio del concetto di provenienza e di marketing, nonché l’origine della cultura del Rum a Cuba
Bacardí e il suo grande amore per Cuba
Il nuovo tipo di rum che Don Facundo riuscì a produrre fu il rum Bacardí Superior, seguendo uno standard di produzione utilizzato ancora oggi. Il suo amore per questo distillato e la terra in cui lo stava producendo, lo portò a diventare Sindaco Di Santiago De Cuba nel 1989, vantando anche il titolo di essere il primo cittadino liberamente eletto. In seguito fu nominato pure senatore.
Emilio Bacardí Moreau succedette al padre in veste di presidente dell’azienda. Sotto la sua guida, la società cominciò a espandersi verso la Spagna e gli Stati Uniti.
Ma la vera svolta arrivò nel 1919, quando il Congresso degli Stati Uniti approvò la legge sul Proibizionismo impedendone la produzione, il trasporto, l’importazione e la vendita negli States. Di fronte a questi ostacoli la soluzione adottata fu a dir poco geniale: Enrique Schueg, dirigente Bacardí, emise immediatamente delle azioni intestate alla società d’imbottigliamento del valore di una cassa di rum Bacardí ciascuna. Dopo aver venduto le azioni al pubblico, sciolse l’azienda distribuendo una cassa per ogni azione.
Inoltre, trovò un modo per aggirare il divieto di pubblicità negli Stati Uniti. La mossa fu introdurre una serie di cartoline che pubblicizzavano le attrattive di Cuba con bar e furore della vita notturna. Queste venivano spedite dai turisti americani in visita a L’Avana divulgando così la fama del rum e convincendo molti americani a visitare l’isola dei Caraibi.
Il Rum dopo la rivoluzione cubana
Nel 1960 la rivoluzione cubana costrinse la famiglia Bacardí a emigrare dal paese. Tuttavia, quelle che lasciarono Cuba, furono soltanto le famiglie titolari del marchio. Coloro che invece lavoravano nella produzione, i Maestros Roneros, continuarono a fabbricare Rum di qualità e sempre a Cuba.
I maestri , anche tuttora, vivono quasi in simbiosi con le loro botti: le accarezzano, le coccolano e usano il contatto fisico per sentirne lo spirito, l’umidità e lo stato di salute del legno. Solo anni di esperienza e passione possono portare a diventare un vero Maestro Ronero del Ron Ligero Cubano. Nella storia, infatti, si contano soltanto 28 Maestri a Santiago de Cuba, ed ognuno di questi è nato, vissuto e morto a Cuba.
Alcune curiosità sul Rum di Santiago de Cuba
- Facundo Bacardí piantò all’entrata degli stabilimenti una palma da cocco, la quale divenne presto simbolo di forza e prosperità dell’azienda. Secondo una profezia la società Bacardí sarebbe sopravvissuta a Cuba fino a quando la palma da cocco sarebbe rimasta rigogliosa. La cosa sconcertante fu che alla fine si avverò: la palma morì solo quando le attività della società furono confiscate dall’amministrazione rivoluzionaria cubana nel 1960, uscendo intatte dalle guerre e dalle intemperie precedenti. Da quel giorno ogni stabilimento in giro per il mondo piantò la propria palma da cocco, anche nei climi più freddi, per ricordare le radici della compagnia.
- Il simbolo del pipistrello fu scelto dalla moglie di Don Facundo: Doña Amalia. A quanto pare fu lei a scoprire una colonia di pipistrelli tra le travi della distilleria e a suggerire di adottarli come simbolo per il rum Bacardí. Questo perché sapeva che per i nativi cubani i pipistrelli erano emblema di conoscenza. Da allora il volatile è apparso sull’etichetta di tutti i prodotti Bacardí e, 8 generazioni dopo, è anche uno dei marchi più conosciuti e amati al mondo e sinonimo di genuinità e qualità.
Fábrica de Ron Bacardí
A Santiago de Cuba, oltre a poter ammirare meravigliosi siti di interesse, avrete anche modo di visitare il Museo del Rum. Pur non essendo spettacolare come l’attuale sede centrale, che si trova alle Bahamas, l’esposizione sull’originaria Distilleria del Rum Bacardí trasuda storia in ogni suo angolo.
La fabbrica, invece, ha continuato a produrre rum tradizionale con il marchio Ron Caney e con quelli denominati Ron Santiago e Ron Varadero. Questa non è visitabile, tuttavia, il vicino bar Barrita de Ron Havana Club offre assaggi dei distillati in vendita.
Una storia d’amore, di passione, di fierezza delle origini e di eterna gratitudine quella del Rum di Santiago de Cuba. Un prodotto unico nel suo genere e perfino nell’invecchiamento. Non c’è un altro distillato di questa fattura al mondo e prodotto con l’amore viscerale che usano i Maestros Roneros. Non vi rimane che pensare di organizzare un viaggio a Cuba e venirlo a vedere con i vostri occhi.
Alla prossima:*
Non conoscevo proprio la storia della produzione di rum a Cuba. In ogni caso credo che una visita dell’isola non sia completa senza uno stop a Santiago de Cuba.
Ciao Veronica,
sì, Santiago va vista. Ma se devo essere onesta la tappa imperdibile a Cuba, dal mio punto di vista, è Santa Clara.
Buono a sapersi 😊 io non sono mai stata Cuba e sto aspettando di avere un periodo con qualche giorno di ferie in più per poterla girare per bene! Grazie del consiglio