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Devo essere onesta: non avevo mai pensato in vita mia di fare un viaggio alle Azzorre. O meglio, mi era passato per la testa quando vivevo a Lisbona, ma nei fatti si era sempre rivelato un pensiero momentaneo. Poi è arrivato il Covid e la non possibilità di andare troppo lontano. Qual era, quindi, uno dei posti più distanti dall’Italia ma che si poteva raggiungere per turismo? Proprio loro, le Azzorre. E la prima isola di questo arcipelago nel bel mezzo dell’Atlantico che vi porto a scoprire è São Jorge, una piccola chicca di cui vi racconto cosa fare di imperdibile.
São Jorge: cosa sapere assolutamente
Bellissima, verdissima e lunghissima: si presenta così São Jorge, e contemporaneamente si distingue per essere il luogo delle fajãs, ossia delle basse pianure collocate a ridosso di alte scogliere a picco sul mare.
Sono più di 70 le fajãs di São Jorge e sono il vero e proprio simbolo sia della sua bellezza naturale, sia dell’isolamento che caratterizzò una lunga parte della sua storia.
Si viene su quest’isola per fare principalmente una cosa: trekking in mezzo alla natura. Insieme a Faial e Pico, forma il cosiddetto “triangolo delle Azzorre“.
Come arrivare all’Isola di São Jorge
Chiaramente dipende da dove alloggerete. Nel mio caso l’isola prescelta per soggiornare era Pico, per cui posso raccontarvi come ho fatto ad arrivare a São Jorge partendo proprio da Pico. Da quest’isola vi basterà spostarvi verso il Porto di Madalena, il punto dove salire a bordo del traghetto che vi porterà a São Jorge.
Potrete chiaramente far montare anche la vostra macchina a noleggio. Ma qualunque sia la situazione, vi conviene prenotare prima, sia il posto per voi, sia quello per la vostra auto (vi lascio qui il sito di riferimento). Da lì direzione Velas.
Il sentiero da Serra do Topo a Faja dos Cubres
Come detto in precedenza, l’isola di São Jorge è un vero e proprio paradiso del trekking. Io, sfortunatamente, avevo solo una giornata a disposizione. Per questo motivo, e visto che non ero sola poiché era uno di quei viaggi per cui faccio da coordinatrice, ho scelto il sentiero che da Serra do Topo arriva fino a Faja dos Cubres.
Vi svelo un trucco: andate a parcheggiare con la vostra macchina direttamente a Fajã dos Cubres. Lì chiamate (telefonicamente) uno dei tanti numeri di taxi a disposizione (li trovate in una bacheca ben visibile). Fatevi portare al punto di partenza, ossia Serra do Topo, e una volta lì partite per la vostra escursione, in modo che giunti a Faja dos Cubres avrete già la macchina che vi attenderà per la tappa successiva.
Detto questo, potrete partire per il vostro trekking: 10 km a piedi in mezzo alla natura più rigogliosa, a panorami che riempiono il cuore, a silenzio surreale e a mucche. Sì, le mucche alle Azzorre le troverete sempre. Anzi, alle volte vi bloccheranno anche il passaggio e/o la strada.
Il percorso è tutto in discesa, ad eccezione dell’ultimo tratto, per cui assolutamente niente di impegnativo. Dovrete solo sperare nel tempo, che purtroppo in queste isole è una continua incognita. Soprattutto in caso di pioggia dovrete stare attenti al terreno scivoloso. Camminate, fermatevi ad ammirare il paesaggio e godetevi la pace.
Una volta tornati a Faja dos Cubres, dove avrete parcheggiato l’auto, fermatevi ad ammirare la cappella di Nostra Signora di Lourdes, niente di eccezionale ma comunque caratteristica.
Il miradouro di Fajã do Ouvidor
Tra le altre cose da fare all’isola di São Jorge, o meglio, le attività che ho potuto fare io con il tempo che avevo a disposizione, c’è il miradouro di Fajã do Ouvidor con le sue eccezionali piscine naturali.
Ragazzi, uno spettacolo! Quello che posso dirvi è che questo luogo mi ha riempito gli occhi e il cuore d’amore. È possibile raggiungerlo anche a piedi, ma nel mio caso lo abbiamo agguantato in macchina.
Bene, preparatevi davvero a entrare in una dimensione alternativa: avete presenti quei posti che vi fanno innamorare definitivamente di una destinazione? Ecco, nel mio caso è stato il miradouro di Fajã do Ouvidor con le sue piscine naturali.
Io non ho avuto coraggio, ma alcuni dei mie compagni di viaggio sì: si sono tuffati nelle fredde acque dell’oceano impreziosite da barriere marittime create dalle grigie rocce laviche. Una sorta di canyon che attraversa il potente mare creando degli spettacoli che rimangono impressi per sempre nel cuore.
Subito dopo quest’ultima sosta siamo dovuti andare a prendere il traghetto per tornare a Pico. Vi dico la verità, ero un po’ spaventata: era il mio primo viaggio come coordinatrice dopo la terribile fase iniziale della pandemia. Tutto era particolarmente complicato e nemmeno il meteo era dalla nostra parte. Nonostante questo, l’isola di São Jorge mi ha conquistata. Ma la cosa più bella è che tutto ciò era solo l’inizio dell’avventura in questo incredibile arcipelago disperso nelle acque dell’Atalntico.
Alla prossima :*