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Tra la bellissima vegetazione della macchia mediterranea e canyon di origine vulcanica, sorge l’antica città etrusco-romana di Vulci. Una visita al sito archeologico di Vulci la consiglio davvero a tutti: agli appassionati di antichità, di flora, di fauna, di trekking e di cultura.
La raccomando a chiunque abbia voglia di immergersi in una natura straordinaria e di respirare un po’ di storia. Di quella antichissima, di quella misteriosa, di quella che precede l’impero romano e che racconta della vecchia Etruria.
Certo, nel corso dei secoli Vulci è stata anche città romana e medievale, ma qui prima di quelle epoche si insediò un popolo affascinantissimo e che ci ha lasciato in eredità strade scavate nella roccia, acquedotti, necropoli enigmatiche e chi più ne ha più ne metta. Insomma, qua si assaporano davvero le nostre origini! Si può realmente entrare in contatto con le testimonianze del passaggio di stirpi che hanno trasformato l’evoluzione del nostro Paese e non solo.
Dove si trovano le rovine di Vulci
Siamo nel cuore della Maremma Tosco-Laziale (dove potete trascorre una giornata anche con gli alpaca). Più precisamente siamo nel comune di Montalto di Castro in provincia di Viterbo, a cavallo tra due regioni che dal punto di vista ambientale regalano meraviglie assolute. Un territorio caratterizzato da straordinarie pareti a strapiombo e gole attraversate dal fiume Fiora che sviluppa cascate e laghi per poi sfociare nel Mar Tirreno. Ci troviamo all’interno di una riserva naturale abitata da pioppi, olmi, sambuchi, ma anche da cavalli e mucche in libertà, fino a cinghiali, istrici e lepri.
Ma è il Laghetto del Pellicone, forse, una delle spettacolarità migliori dal punto di vista naturalistico di questo parco. Uno specchio d’acqua che regala colori trasparenti e che è circondato da pareti rocciose in cui trova posto anche una bella cascata.
Insomma, una vera oasi naturale di pace e bellezza. Un piccolo paradiso in cui è facile ammirare aironi, fenicotteri e anche delle lontre che nuotano nelle acque del lago. Non a caso siamo nell’oasi del WWF di Vulci, di cui la lontra ne è simbolo. Tutto ciò per dire che in questo parco si può davvero passare una giornata completa, fatta di percorsi in mezzo alla natura e numerosi reperti archeologici. Ma ora vediamo nel dettaglio cosa si può scoprire con una visita al sito archeologico di Vulci.
Cosa vedere nell’antica città etrusco-romana
La maggior parte dei reperti storici che ci hanno lasciato gli etruschi riguardano principalmente la loro vita ultraterrena. Sono numerosissime, infatti, le necropoli da poter visare in questa zona. Ma Vulci si distingue perché, oltre ai cimiteri, ha portato alla luce anche rovine della megalopoli in cui abitava il popolo etrusco. La città viva, come si suol dire. La sua struttura prevede un centro urbano, le necropoli intorno e lungo le strade extraurbane i santuari.
Ci sono vari percorsi che si possono intraprendere e di diversa lunghezza e durata. Io vi consiglio il più lungo (3,5 km) per non perdervi tutte le meraviglie che si possono conoscere in questo luogo.
Cinta muraria
La prima testimonianza etrusca che si incontra è l’antica cinta muraria (IV secolo a.C.) che fungeva da protezione con i suoi imponenti blocchi di tufo. Si crede che fossero 5 le porte di ingresso di cui 3 ben conservate. Tuttavia, al giorno d’oggi il passaggio alla città avviene attraverso la Porta Ovest che conduce direttamente al decumano, la strada principale dell’epoca.
Foro
Sono molteplici le cose che si possono visitare all’interno del foro come, per esempio, il Tempio Grande. Purtroppo sono rimasti solo dei blocchi di tufo a testimoniare quest’opera, ma dagli studi condotti è emerso che è stata costruita nel IV secolo a.C., per poi essere ristrutturata durante l’età imperiale.
Un’altra rovina è l’Arco Onorario eretto per il senatore romano Publius Sulpicius Mundus vissuto nel I secolo a.C. Poi un imponente tempio etrusco risalente al V secolo a.C., anch’esso in tufo e un edificio detto laterzio che si distingue per una notevole altezza. Immobile costruito nel I secolo a.C. e probabilmente testimonianza di un impianto termale.
Il viaggio nel Foro continua alla scoperta di un edificio con abside che presumibilmente era una basilica, ovvero un luogo di culto cristiano. Di seguito la Domus del Criptoportico costruita su antichi resti etruschi. Essa aveva un’estensione di 3300 metri quadrati ed è risalente al II-I secolo a.C. Inoltre, sembrava appartenere a una famiglia aristocratica ed era dotata di una struttura termale e di un portico sotterraneo.
Vi è poi un Mitreo, un santuario sontuoso dedicato al Dio Mitra, datato III secolo d.C., che raffigura la divinità che sacrifica un toro.
La necropoli etrusca
Migliaia sono le tombe presenti in questa area e nelle zone adiacenti, tutte dalle forme e dai tipi differenti: tombe a camera, tombe a corridoio, tombe a cassone, fosse e tumoli.
Ma è tramite il percorso più lungo (quello da 3,5 km) che si arriva alle attrazioni per eccellenza di questa Necropoli:
- Tomba di François: scoperta nel 1857 dall’archeologo Alessandro Fraçois. Risale al IV secolo a.C. e all interno è ancora possibile ammirare una serie di affreschi. Inoltre, è considerata una delle più grandi ricchezze pittoriche associabili al popolo etrusco. C’è da sapere, però, che attualmente è necessario richiedere la possibilità di visitarla, altrimenti non è possibile;
- Tumolo della Cuccumella: di ben 18 metri di altezza e 75 metri di diametro;
- Tomba delle iscrizioni: denominata in questa maniera a causa delle incisioni rinvenute al suo interno, 17 provenienti dal popolo etrusco e 6 di origine romana.
Il ponte del Diavolo
Uno spettacolare ponte di discendenza etrusca alto ben 30 metri e con la forma a schiena d’asino che sovrasta il fiume Fiora. Questo nome così bizzarro gli è stato conferito durante l’epoca medievale poiché le persone, totalmente inconsapevoli delle abilità ingegneristiche degli etruschi e dei romani, credevano che solo il Diavolo potesse essere in grado di realizzare una struttura così imponente. Non è l’unico in Italia, anzi, qui trovate un’ampia selezione dei migliori del nostro Paese.
Tornando a quello di Vulci, è bene sapere che questo particolare viadotto collega direttamente all’ultima attrazione da visitare nel parco: il Castello della Badia
Il Castello della Badia e il Museo Archeologico
Il castello è stato edificato in epoca Medievale per poi divenire una roccaforte. Nel corso dei secoli il famoso Castello della città di Vulci ha avuto diverse funzioni tra cui quella di ospitare i cavalieri templari.
Oggigiorno è la sede del Museo Archeologico Nazionale di Vulci in cui è possibile ammirare reperti provenienti dall’intero parco. Ciliegine sulla torta sono le testimonianze artistiche ritrovate all’interno della Tomba di François. Insomma, una visita al sito archeologico di Vulci permette davvero di vivere un’esperienza completa tra natura, storia e cultura. Vi lascio qui un sito che parla di Vulci e che vi sarà utile per organizzare la vostra esplorazione di questo luogo che sono sicura vi lascerà completamente innamorati.
Le Terme di Vulci
Più o meno a 10 minuti di macchina dal sito archeologico sorgono le eleganti Terme di Vulci. Sono quattro le piscine di acqua termale e con una temperatura che va dai 30° ai 42°. Acque sorgive, ricche di sali minerali e dalle proprietà benefiche e curative. Un’oasi di pace in mezzo alle campagne della Maremma. Peculiare è infatti il silenzio che risuona in questo contesto che lo rende particolarmente raffinato. Piccolo consiglio: godetevi uno spettacolare tramonto maremmano sui campi dell’alta Tuscia mentre vi fate un bel bagno nelle acque termali.
Spero che vi sia piaciuta questa visita al sito archeologico di Vulci e alle sue terme. Davvero sostengo che sia un luogo da visitare, sia per la ricchezza storica e naturale, sia per l’indiscutibile fascino e mistero etrusco. Se ci pensate bene su questo popolo (che poi sono i nostri padri) non si hanno notizie specifiche. È tutto immerso nel mistero, a partire dalle origini fino ad arrivare alla scomparsa, tant’è che nemmeno la lingua è apparentemente traducibile. Il popolo più enigmatico e intrigante del nostro Paese che comparve molto prima della fondazione di Roma, facendo fiorire un’incredibile cultura dimostrata dalle numerose opere artistiche, vie cave, acquedotti e necropoli. Mi sembrano tutti ottimi motivi per fare una visita al sito archeologico di Vulci, o sbaglio?!
P.S.: se vi incuriosiscono le città etrusco-romane qua trovate un altro contributo.
Alla prossima :*
In collaborazione con Web Maremma