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Ogni volta che mi accingo a scrivere un pezzo sul Marocco vi dico sempre la stessa cosa: è un Paese meraviglioso. Sì, avete ragione, comincio a essere ripetitiva, ma nei fatti non posso farne a meno perché questo angolo d’Africa mi ha veramente fatto vibrare il cuore. Tra le tante meraviglie che ho visto ce n’è una che è persino una stella di Hollywood: Ait-Ben-Haddou, e se la volete visitare anche voi qui trovate tutto quello c’è da sapere.
Ait-Ben-Haddou: cos’è e dove si trova
Visitare Ait-Ben-Haddou vuol dire, in primo luogo, scoprire la Kasbah più famosa del Marocco, ma anche uno dei siti meglio conservati del Paese. A differenza di Telouet, di cui vi avevo già parlato, questa città fortificata – pur essendo antichissima – è una vera e propria perla perfettamente preservata.
Non è un caso, infatti, che sia stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1987. Per arrivarci ci vogliono circa quattro ora di auto dalla sorprendete Marrakech.
Nei fatti sarebbero solo 180 chilometri, ma la strada è pregna di curve poiché attraversa le maestose vette dell’Alto Atlante, percorrendo anche un passo che lascia davvero tutti a bocca aperta.
Per questo motivo, seppur un viaggio lungo in termini di tempo, sono assolutamente certa che il percorso sarà in grado di farvi provare tutte le emozioni del mondo, ad eccezione della noia.
Visitare Ait-Ben-Haddou, cosa c’è da vedere
Partiamo dal presupposto che Ait-Ben-Haddou è una tappa obbligatoria per chiunque voglia raggiungere il deserto, ma per fortuna il suo fascino non si limita a questo.
Poco dopo aver parcheggiato la vostra auto, incontrerete un lungo ponte da attraversare che la ricongiunge alla parte “nuova” della città. Già da lì avrete una prima consapevolezza della magnificenza di questo sito.
Arrivati dalla parte opposta scoprire un micromondo dai tratti incredibili dove regna il silenzio, a volte interrotto solo dal suono del canto del Muezzin. Sarete quindi al cospetto un’affascinante struttura costruita con la tecnica del pisé, vale a dire con terra, paglia e acqua impastate. E la cosa più allucinante da credere è che questa consistenza è ancora in grado di sfidare i secoli con tutte le sue intemperie.
Durante la visita osserverete imponenti mura decorate con motivi geometrici, tutti simboli che sono rappresentativi della cultura berbera. Poi vicoli ripidi di sassi e terra battuta, case buie con i cortili dove vivono caprette e galline, e poi i coloratissimi tappeti stesi ad asciugare, oppure lì perché sono da comparare.
No, non è un luogo abbandonato. Visitare Ait-Ben-Haddou vuol dire anche conoscere alcune famiglie che lo abitano.
Sono circa dieci i nuclei famigliari che qua dimorano e che ogni giorno, quando si trovano sulla cima del villaggio, hanno la fortuna di godere di un panorama spettacolare fatto di melograni e mandorli in fiore, di deserto roccioso, ma anche di verdi palmeti che arrivano fino ai monti dell’Alto Atlante.
Visitare Ait-Ben-Haddou, spesso set cinematografico
La bellezza maggiore di questo luogo sta, senza ombra di dubbio, nelle sue costruzioni di terra color ocra che si mescolano con l’affascinante armonia al paesaggio circostante. E di questa particolarità non me sono accorta di certo solo io, a tal punto che visitare Ait-Ben-Haddou vuol dire anche entrare in una sorta di Hollywood marocchina.
Se vi state chiedendo il perché ve lo spiego subito: questo luogo è stato utilizzato come set cinematografico per numerosi film e una serie televisiva (almeno per il momento):
- Lawrence d’Arabia (1962);
- Edipo Re (1967);
- L’uomo che volle farsi re (1975);
- Gesù di Nazareth (1977);
- Il gioiello del Nilo (1985);
- 007 – Zona pericolo (1987);
- L’ultima tentazione di Cristo (1988);
- Il tè nel deserto (1990);
- Kundun (1997);
- La mummia (1999);
- Il gladiatore (2000);
- Alexander (2004);
- Il Trono di Spade (2011).
Per questo motivo, una volta arrivati, vi sembrerà di averlo già visto da qualche parte.
Quand’ero più giovane ero una ballerina e, pur avendo ormai smesso, il ballo classico è rimasto nel mio sangue. Ecco perché quando sono in luoghi che mi riempiono di bellezza emerge questa mia vecchia passione tanto da voler scattare una foto mentre faccio un passo di danza. In Marocco è successo ad Ait-Ben-Haddou, sintomo e simbolo che me ne sono proprio follemente innamorata.
Alla prossima :*